La prima notizia storica su Laverda risale al 1261, quando la località viene menzionata in un Documento conservato presso l’Archivio Civile di Vicenza (Cod. A pag. 44).

La costruzione a Laverda della chiesa, l’ha fatta diventare un luogo di aggregazione e sviluppo della primitiva contrada, dotata nel tempo di scuole elementari, chiuse qualche anno fa, e di un caseificio sociale, ristrutturato nel 2003, che accoglie le sedi delle associazioni locali e l’ambulatorio medico. La popolazione di Laverda era tradizionalmente dedita all’agricoltura (produzione di paglia per l’industria dei cappelli di Marostica, vino, frutta, allevamento) e all’artigianato (lavorazione della paglia, del ferro nel maglio, macinazione di cereali nei mulini). Nel secondo dopoguerra molti emigrarono, per lo più temporaneamente, all’estero, spinti dalla necessità di trovare una miglior fonte di reddito. Attualmente larga parte della popolazione lavora nelle industrie e nei servizi della zona pedemontana.

Santa Maria Maddalena in Laverda

La chiesa si trova nel territorio di Laverda appartenente al comune di Lusiana. 
Il paese però e la parrocchia sono fin dal Medioevo amministrativamente divisi in tre parti. Attualmente appartengono ai tre comuni di Lusiana, Marostica e Salcedo.

La visita di Mons. Barozzi


La prima notizia che ne abbiamo risale al 1488, quando il vescovo di Padova Pietro Barozzi la visitò e la consacrò. 

Il verbale della visita vescovile dice che la chiesa, che viene chiamata cappella, era stata costruita dagli abitanti di Laverda per la grande scomodità che avevano ad andare alla pieve, che era quella di Breganze. 

La chiesa era intitolata a Sant'Urbano papa e martire, e a Santa Maria Maddalena. Il verbale del segretario del vescovo descrive la chiesa ed esprime valutazioni in buona parte positive. Afferma che essa è nuova, ha un'absiMaria Maddalenade non proporzionata alle sue misure, ma tuttavia elegante, ha una travatura bellissima, però è priva di intonaco e di pavimento. Potrebbe avere due altari, ma ne ha uno solo ed è sufficiente alla chiesa e alla popolazione. Vengono date le dimensioni: è lunga m 10,72, larga m 8,57, alta m 6,43. Non viene citato il campanile, segno che ancora mancava. La costruzione della chiesetta rispecchiava lo sviluppo numerico ed economico nella seconda metà del Quattrocento della popolazione di Laverda, concentrata in maggioranza nella zona di Lusiana, ma già avviata all'acquisto e al dissodamento del grande e antico bosco delle Scandolare che era allora proprietà del comune di Salcedo e che copriva gran parte del versante comunale verso la valle del Laverda. Dal 1488 la cappella passa alle dipendenze della parrocchia di San Giacomo di Lusiana, che aveva l'obbligo di mantenervi a sue spese un curato.

Tra Cinquecento e Seicento

La chiesetta non aveva ancora il fonte battesimale e il Santissimo, ma solo l'olio degli infermi. Dai molti atti notarili del notaio Cattarin stipulati nel 1525 a Laverda, risulta che la chiesa aveva una canonica. Nel 1571 il vescovo di Padova visitando la chiesa trovò che le anime da comunione del paese erano cresciute fino a duecento e decise perciò, con decreto del 1573, di elevarla a parrocchia, separandola da quella di San Giacomo. Sorsero però dei contrasti tra la nuova parrocchia e quella di Lusiana sul pagamento del quartese, un'antica tassa che gli abitanti di ogni luogo, non solo di Laverda, dovevano pagare alla loro chiesa. In questo caso gli abitanti di Laverda dovettero pagare annualmente al rettore (il parroco, sacerdote responsabile della parrocchia) di Lusiana “cinque mastelli di vino buono”. Il contrasto durò fino al 1619.


VersoPortale Laverda il 1666 la chiesa fu ristrutturata perchè in quell'anno è accertato che aveva tre altari, il maggiore e due laterali, con la stessa dedicazione di oggi: a Santa Maria Maddalena il maggiore, a Maria Vergine del Rosario e a Sant'Antonio i due laterali. Non è nota la data di costruzione del primo campanile, che doveva certamente esistere a quella data.

La chiesa attuale: fasi costruttive

La vecchia chiesa documentata nel 1666 fu del tutto ricostruita con tre altari in stile rinascimentale ad una sola navata fra il 1864 e il 1869. Fu sistemata nella parte interna nel 1926, nel 1932 e nel 1945, quando venne consacrata dal vescovo di Padova Carlo Agostini. Il campanile fu ricostruito dapprima nel 1864, e poi completamente rifatto nel 1958. L'antico cimitero già citato nel 1563 e che si trovava attorno alla chiesa fu completamente rifatto in altro luogo nel 1840.

(da D. Rizzolo, Salcedo: le sue contrade,
il suo paesaggio, La Serenissima 1999)

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